sabato 17 settembre 2016

8 milioni di anni e non sentirli


Nuovo studia rivela l’incredibile longevità evolutiva dell’alligatore americano.

Credit: Kristen Grace
Dal clima alla forma stessa della penisola, non molto della Florida è rimasto invariato negli ultimi 8 milioni di anni.
Eccetto gli alligatori.

Molti degli attuali predatori appartengono a specie recenti a livello evolutivo, invece il moderno alligatore americano (Alligator mississipiensis) è un rettile letteralmente “di un altro tempo”.
Un nuovo studio dell’Università della Florida mostra che la specie non è stata toccata da grossi cambiamenti evolutivi negli ultimi 8 milioni di anni, cioè ben 6 milioni di anni in più rispetto a quanto si pensava
A parte alcuni squali e una manciata di altri animali, sono davvero poche le specie di vertebrati viventi che possono annoverare una così lunga storia evolutiva con così pochi mutamenti.

Se potessimo andare indietro nel tempo di 8 milioni di anni, potremmo vedere aggirarsi praticamente lo stesso animale come si vedrebbe oggi nel sud-est. Anche 30 milioni di anni fa gli alligatori non apparivano molto diversi da oggi”. Così spiega Evan Whiting, autore principale dello studio pubblicato nell’estate 2016 sul Journal of Herpetology and Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology.
“Siamo rimasti sorpresi nello scoprire fossili di alligatori così antichi che appartengono alle specie oggi viventi, piuttosto che a specie estinte”.

Nonostante gli alligatori abbiano un aspetto preistorico, non sono però immuni all’evoluzione: al contrario, essi sono il risultato di una linea evolutiva incredibilmente antica. Il gruppo di cui fanno parte, Crocodylia, è sulla Terra da almeno 84 milioni di anni e i suoi antenati risalgono al Triassico, oltre 200 milioni di anni fa. 

Evan Whiting parla dell’alligatore come di un sopravvissuto, che ha saputo resistere a fluttuazioni del livello del mare e cambiamenti climatici estremi che hanno causato l’estinzione di molte specie animali meno adattate.

La ricerca mostra anche che l’alligatore americano ha per molto tempo condiviso l’habitat costiero con Gavialosuchus americanus, coccodrilli marini lunghi 8 metri estinti 5 milioni di anni fa.
L’alligatore americano oggi non ha competitori, ma milioni di anni fa ha convissuto non solo con un altro coccodrillo, ma con un coccodrillo più grande di lui.

Attualmente però l’alligatore americano si trova a dover fronteggiare un pericolo mai affrontato in passato: l’uomo.

Nonostante la loro adattabilità e resilienza, gli alligatori sono stati cacciati fin quasi all’estinzione negli ultimi 200 anni. L’Endangered Species Act ha permesso di aumentare il numero di esemplari in natura, ma avvengono ancora incontri tra umani e alligatori che sono poco piacevoli per entrambi, e in molte aree l’habitat dell’alligatore continua a venire distrutto per costruire nuovi abitati umani. 

“Gli stessi caratteri che hanno permesso all’alligatore di rimanere virtualmente lo stesso attraverso molti cambiamenti ambientali per milioni di anni, può ora divenire un problema nel momento in cui essi cercano di adattarsi all’uomo. La loro adattabilità è il motivo per cui oggi possiamo trovare alligatori che nuotano nelle nostre piscine o che vagano nei campi da golf”.


Evan Whiting spera che la sua ricerca possa servire ad informare il pubblico che gli alligatori erano in Florida da molto tempo prima dell’uomo, e che è necessario agire per preservare le popolazioni selvatiche di alligatori e i loro habitat.
Grazie alla conoscenza più approfondita della loro storia evolutiva, la ricerca può fungere da base per la conservazione dell’ambiente dove gli alligatori hanno dominato per milioni di anni.
“Se conosciamo dalla documentazione fossile che gli alligatori hanno prosperato per così lungo tempo in certi tipi di habitat, sappiamo su quali ambienti focalizzare i nostri sforzi di conservazione e gestione ambientale”.

Fonte: Phys.org - A reptilian anachronism: American alligator older than we thought, di Stephenie Livingston, 16 settembre 2016. 




Nessun commento: